Ennesimo sequel non richiesto di un prodotto che già di per sé non eccelleva ma che ha fatto il suo tempo e che aveva anche un suo perché. Dire che questa è una mera operazione di marketing per rilanciare la Stone (o quel che di lei rimane sotto il botox e la plastica) è fare il Capitan Ovvio, ma qui la magagna è assolutamente palese.
Il sequel è assolutamente fuori tempo massimo, la Stone è inguardabile, più finta di una banconota da sei euro. Le sue tette non ne parliamo, erano protesi ricoperte da uno strato sottile di pelle.
Quel che rimane della Tramell è ancora peggio. Una macchietta di se stessa e di ciò che era. Perché la femme fatale va bene, va bene tutto, ma qui abbiamo solamente una psicopatica pallonara antipatica come la morte e sexy come una Fiat Multipla. Assolutamente non credibile la sua assoluta capacità di manipolare tutte le persone del mondo e anche tutti gli animali, dicendo cazzate e allargando le gambe. Se fosse possibile, perché ti sprechi a fare la scrittrice? Tutti ci ricordano inoltre quanto talento abbia questa donna nello scrivere libri. Ora, noi non saremmo dei poeti, ma gli sprazzi dei libri che la voce fuori campo ci legge non ci sembrano dei capolavori… de gustibus…
Ah, e dire ‘scopare’ ogni tre secondi contati, ‘fica’, allargare le gambe in ogni lago e in ogni fiume e andare in giro costantemente nuda, non è erotico, ma manco un po’.
È tutto troppo. E il troppo stroppia, in tutte le cose. Quando poi i film ‘erotici’ capiranno che non basta il verbo ‘scopare’ e tutte le sue possibili varianti per essere sexy il mondo sarà un posto migliore.
L’unico lì dentro a saper fare qualcosa è il povero David Morrisey, incastrato in una sceneggiatura ridicola e in dialoghi scritti con i piedi, sedotto ogni secondo dalla Stone con metodi sempre più imbarazzanti e dal professor Lupin, che finirà anche per uccidere in una scena che non ha assolutamente senso. Parlando di David Thewlis, mai visto così fuori parte, assolutamente non credibile, mai.
La vicenda ci regala un bel finale aperto, in realtà nulla ha capo né coda e il finale ‘aperto’ è tanto comodo per coprire tutte le magagne e i buchi che ci sono nel mezzo, senza nemmeno sforzarsi troppo.
Già la scena iniziale è un abisso di imbarazzo colossale, con la protagonista (anzi, la bellissima protagonista, come ci ricordano tutti ogni tre secondi. Ora, o tutti gli uomini presenti nel film di donne non ne hanno mai vista manco l’ombra o lei spruzza ferormoni a getto) e uno dei suoi amanti, che potrebbe essere suo figlio, sparati a 180 chilometri orari mentre lei si masturba. Bella, sesso, droga, macchine, velocità e rock ‘n roll. Cliché portami via. Una scena che anche il più tamarro dei tamarri troverebbe imbarazzante. Ed è forse la cosa migliore del film.
E comunque, a parte tutto questo, è anche assolutamente noioso, ma davvero tanto.
Non lo guardate.
-I Cinefili Incazzati